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Le criticità del passaggio dal mercato tutelato a quello libero dell’energia elettrica sono al centro dell’audizione del Cncu (Consiglio nazionale consumatori e utenti) in Commissione attività produttive della Camera. Le associazioni dei consumatori hanno presentato un documento condiviso in cui hanno sottolineato la necessità di proteggere i consumatori e gli utenti attraverso normative robuste e misure preventive efficaci.

Al centro delle proposte la tutela della società e della vulnerabilità dei consumatori, con un accento particolare sulla trasparenza informativa e sulla libertà di scelta. Le rappresentanze dei consumatori hanno inoltre proposto la sospensione del telemarketing e teleselling nel settore energetico, in attesa di una revisione profonda delle pratiche correnti. Inoltre, hanno sottolineato l’importanza di coinvolgere le associazioni dei consumatori del Cncu nella gestione dei fondi per la transizione ecologica, promuovere l’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche, e di garantire una corretta informazione sull’avvio del Servizio a Tutele Graduali (Stg).

Il documento comune dei Consumatori su energia e diritti dei consumatori

In audizione alla Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati, 16 associazioni del Cncu hanno presentato un documento comune per “scongiurare posizioni dominanti e assicurare la libera concorrenza, tariffe eque, il diritto a una piena informazione, alla libertà di scelta e a una corretta tutela della socialità e della vulnerabilità dei consumatori e utenti”.

“La decisione assunta dal nostro Paese di precludere il diritto ai Servizi di Tutela alla generalità degli utenti trae origine da diverse motivazioni politiche, che, perseguendo il libero mercato quale obiettivo prioritario di per sé meritevole, pongono in secondo piano la concreta difesa dei diritti dei cittadini in una materia altamente sensibile come l’energia, considerabile, invece, quale bene comune fondamentale”.

Così esordisce il documento, che spiega come l’uscita dalla tutela e la completa apertura del mercato dell’energia fosse subordinata a una serie di interventi solo in parte realizzati.

Informazione trasparente

Le associazioni rivendicano il diritto a un’informazione corretta e trasparente e alla libertà di scelta.

I consumatori chiedono prima di tutto di “rafforzare le norme a tutela dei consumatori per quanto attiene il telemarketing e il teleselling outbound, rendendo immediatamente comprensibile e comparabile la tariffa proposta”, nonché la sospensione da parte del legislatore del teleselling e telemarketing in materia di energia.

Un’altra richiesta è quella di informare gli utenti sull’esistenza del Servizio a Tutele Graduali, semplificando il rientro nel Servizio di Maggior Tutela e nello stesso STG e di “promuovere una puntuale e diffusa informazione sulla fine del servizio di tutela e l’avvio del STG, rivolta a tutti i consumatori, indipendentemente dalla loro presenza nel servizio di tutela o nel mercato libero”.

Tariffe eque e tutela della vulnerabilità

Il secondo capitolo del documento chiede un mercato dell’energia effettivamente concorrenziale con “tariffe eque” al riparo da speculazioni interne e internazionali. Le aste per l’introduzione del Servizio a tutele graduali, per esempio, hanno modificato in maniera irrisoria la concentrazione del mercato, tanto è vero che “le sette imprese fornitrici controllavano prima dell’asta il 71,77% del mercato a fronte del 71,83% dopo l’asta”.

C’è poi il tema della tutela della vulnerabilità.

“Da anni – si legge nel documento – le associazioni dei consumatori si battono per l’ampliamento della platea degli aventi diritto ai c.d. bonus sociali e all’aumento della loro entità, ma nel contempo non è più rinviabile una ridefinizione del concetto di vulnerabilità, che non si esaurisce nelle condizioni economiche disagiate e richiede ulteriori puntualizzazioni”.

Con l’aumento in Italia della povertà, arrivata al 9,8% nel 2023, “è forse giunto il momento di pensare ad assicurare un consumo minimo di energia e gas, così come per l’acqua, a chi non supera una certa soglia di reddito che lo relega in condizione di povertà (tenendo conto di criteri specifici rispetto alle diverse zone geo-climatiche delle utenze)”.

Le associazioni considerano inoltre necessaria la revisione dei bonus sociali e il passaggio a modalità strutturali che puntino all’efficientamento e al risparmio energetico da parte di chi si trova in povertà energetica.

Ci sono poi una serie di richieste di modifiche legislative, la richiesta di istituire “un vero Albo, vigilato da Arera, per assicurare la qualità del servizio, la consistenza economica, la capacità industriale e la correttezza commerciale degli operatori accreditati”, un fondo di contrasto alla povertà energetica, l’obbligo per le aziende energetiche di risarcire gli utenti danneggiati dall’attivazione di contratti non richiesti attraverso telemarketing aggressivo.

I consumatori ritengono inoltre opportuno “un intervento normativo strutturale che, valorizzate le conciliazioni paritetiche tra associazioni e aziende energetiche (peraltro solo una piccola parte di queste ha sottoscritto protocolli di conciliazione paritetici), preveda la definizione della controversia da parte di Arera (vincolante solo per l’azienda)”.

La voce dei Consumatori

Il Movimento Difesa del Cittadino ha espresso il proprio sostegno alle tre proposte formulate dal deputato della Lega, Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, che vanno nella direzione di quanto auspicato dalle 16 associazioni nel documento depositato oggi.

Le tre richieste sono: proroga del termine di rientro nel mercato tutelato fino al 31/12/2024; facoltà per chi si trova nel libero di aderire comunque durante il triennio al mercato a tutele graduali; possibilità per quanti vogliano rientrare nella maggior tutela di operare il passaggio attraverso una semplice telefonata allo Sportello del consumatore di Arera.

«Chiediamo che i consumatori possano rientrare nel mercato tutelato della luce con più semplicità, al telefono, anche quello del numero verde dello Sportello del consumatore di Arera e con un modello unico uguale per tutti gli esercenti, unificando anche la documentazione necessaria».

Così ad esempio Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori, nel corso dell’audizione,

Per Marco Festelli e Carmen Agnello, presidente e responsabile del settore Energia di Confconsumatori, «occorre una profonda presa d’atto che le società che operano nel settore dell’energia molte volte, purtroppo, intendono il mercato come un far west e che il teleselling invasivo viene utilizzato con un’aggressività disarmante che non è più sostenibile dal consumatore e dunque non tollerabile per l’intero Paese. Pertanto Confconsumatori ha chiesto a gran voce che il legislatore prenda atto della situazione e provveda a disciplinare (governando meglio anche l’attività di Arera) la contrattualistica energia prevedendo innanzitutto che ogni variazione contrattuale, compresa quella economica, venga inviata a mezzo di lettera raccomandata o comunque posta tracciata e non con lettere o mail che di solito le famiglie italiane non ricevono».

Adiconsum dal canto suo ha sottolineato fra gli altri punti la necessità di avviare campagne informative/formative da realizzare col contributo dei Consumatori per “creare una cultura energetico-ambientale, che tanto è mancata in questi 25 anni circa dalla liberalizzazione in poi, dove abbiamo detto no a qualsiasi insediamento energetico”, educare i cittadini al risparmio e all’efficienza energetica e sviluppare comunità energetiche rinnovabili, soprattutto solidali. Adiconsum ribadisce inoltre la necessità di “avviare un Tavolo permanente con tutti gli stakeholder (ivi compresa la rappresentanza delle Associazioni Consumatori del CNCU) di monitoraggio e controllo rispetto all’attuazione dei processi energetici relativi alla transizione in atto”.


 

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