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undefined – Gianluca Di Muro

Perché pagare subito il conto, se lo si può fare a rate, in un paio di mesi e senza che costi di più? Un esperto di finanza certamente direbbe che è un buon affare: un finanziamento a tasso zero, in tempi di inflazione e tassi “normali” come quelli che stiamo vivendo, non è da buttare via. Un esperto di economia comportamentale, la disciplina che incrocia gli studi psicologici a quelli economici, però ci andrebbe un po’ più cauto: allontanare il momento “doloroso” dell’acquisto (cioè quello in cui si paga) dal momento “gioioso” (quello in cui si dispone del nuovo prodotto) può spingere a fare spese meno ponderate e rischia di fare perdere il controllo della propria situazione finanziaria.

Il successo del buy now pay later

Ci sono dei pro e dei contro nel successo del buy now pay later (letteralmente “compra adesso, paga più tardi”), i pagamenti in poche rate che continuano a crescere in tutto il mondo: hanno raggiunto i 316 miliardi di euro lo scorso anno, il 18% in più rispetto al 2022 e il 5% del totale della spesa per il commercio elettronico, secondo il Global Payment Report 2024 realizzato dalla società di pagamenti Worldpay.

Il buy now pay later (Bnpl) nella sua forma più tradizionale appare al momento del pagamento di un acquisto online. Il venditore propone all’acquirente di pagare a rate mensili, di solito 3 o 4, quello che sta comprando, senza costi aggiuntivi. A occuparsi della gestione delle rate sarà una società terza, come Klarna, Scalapay, Paypal o un’altra delle tante società che stanno crescendo in questo settore.


È raro vedere persone che se ne vanno lasciando i prodotti sul banco una volta che il cassiere presenta il conto. Online invece succede. Proporre le rate, che “addolciscono” il saldo totale, allora, può aiutare.

Dal punto di vista del negozio online è una soluzione che aiuta la conclusione positiva del customer journey, come lo definiscono i professionisti del marketing, cioè il percorso del cliente dalla volontà di qualcosa al momento effettivo dell’acquisto. Un percorso che online è già molto facilitato rispetto al mondo fisico, dove chi vuole procurarsi un prodotto deve solitamente spostarsi nel luogo in cui lo vendono, ma che può comunque incontrare ostacoli di vario tipo: tra gli ultimi, i dubbi finali davanti a un carrello, virtuale ma pieno, che ha raggiunto la cassa. È raro vedere persone che se ne vanno lasciando i prodotti sul banco una volta che il cassiere presenta il conto. Online invece succede. Proporre le rate, che “addolciscono” il saldo totale, allora, può aiutare.

In Italia crescita del 35%

Crif, la principale società italiana di informazioni sul credito, ha analizzato i dati su 110 milioni di posizione creditizie per studiare l’evoluzione del buy now pay later (Bnpl) in Italia. Nella seconda parte del 2023 il valore dei finanziamenti erogati con questa formula è aumentato del 35% (l’ammontare totale però non è stato comunicato). Merito,dice Simone Capecchi, direttore di Crif, della trasparenza e convenienza del sistema, dell’integrazione con il commercio elettronico e della crescente stabilità delle regole. «Il Bnpl è destinato a una presenza duratura all’interno del panorama finanziario in evoluzione, dimostrando adattabilità e versatilità con un focus sempre più attenzionato sulla sostenibilità a lungo termine» dice Capecchi.

Non è chiaro se i consumatori vedono queste proposte di saldo in poche rate più come una forma di credito o una modalità di pagamento. L’analisi del Crif mostra che di sicuro il Bnpl cresce molto di più del credito al consumo definito “small ticket”, gli acquisti finanziati fino a 5mila euro usati per spese non irrilevanti. Difatti il buy now pay later si sta allargando a settori tradizionalmente terra del credito al consumo: viaggi, assicurazioni, servizi come il dentista, il meccanico o il veterinario.

Il Bnpl sta raggiungendo anche nuovi consumatori: è ancora privilegiato soprattutto dai millennials (il 33,8% degli italiani che lo usano è nato tra il 1980 e il 1996, secondo le stime di Crif) e dalla generazione X (i nati tra il 1965 e il 1979, 41,9% degli utilizzatori) ma sta crescendo tra i baby boomers, i nati tra il 1945 e il 1964, che sono saliti nel semestre dal 15 al 21% degli utilizzatori. Nel 60% dei casi gli acquisti non superano i 300 euro e secondo le stime del Crif la rischiosità dei clienti che lo utilizzano è attorno al 40%, più bassa di quella di coloro che utilizzano il credito al consumo per cifre ridotte (rischiosità del 100%).

Nelle soluzioni più diffuse di Bnpl, un ritardo sui pagamenti delle rate avvia un sistema di sanzioni che parte da cifre ridotte e può crescere fino al 20-30% del valore dell’acquisto.

“Paga dopo” anche spese da 15mila euro

Apprezzato sia dai negozianti che dai clienti, non sempre coscienti di quanto le rate possano agevolare scelte consumistiche, il buy now pay later potrebbe entrare in una fase di ulteriore crescita.

Lo scorso giovedì Deutsche Bank si è alleata con Scalapay (società di Bnpl creata dall’italiano Simone Mancini) per entrare nel settore. Oggi Scalapay è disponibile per pagamenti fino a 5mila euro e propone soluzioni in 3 o 4 rate. D’ora in avanti proporrà anche soluzioni su 6, 9 e 12 rate gestite da Deutsche Bank, arrivando anche a offerte di pagamento da 15mila euro in 36 rate, cioè credito al consumo per taglie medio-alte, cifre con cui si può comprare un’auto economica.

Un altro spazio di possibile espansione è nel mondo delle imprese, che sono sempre più interessate a usare il Bnpl, almeno secondo le prime anticipazioni di una ricerca che sta portando avanti Ipsos per conto di Opyn, società che si occupa appunto di Bnpl per operazioni B2B, cioè tra aziende.

Il futuro sembra sempre più a rate, insomma, e capiremo con il tempo se è un bene o un male.



 

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