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diSimona Lorenzetti

Sotto accusa ci sono due dirigenti regionali di Visit Piemonte e il giornalista Luca Ferrua. L’inchiesta è partita da «Fricassé ‘d Baudissé an girula», un progetto del Comune di Baldissero per il rilancio di un piatto tradizionale

Attraverso una società di promozione turistica, la Rosfert di cui sarebbe socio al 50 per cento, avrebbe «beneficiato di soldi pubblici per costi non sostenuti o falsamente dichiarati» grazie alla «compiacenza di un consigliere» del Comune di Baldissero. Colui che avrebbe ottenuto vantaggi, e oggi è indagato per corruzione e turbativa della scelta del contraente, è Luca Ferrua, giornalista e direttore de «Il Gusto», il portale e periodico dedicato al food del gruppo Gedi (la società editrice è estranea all’inchiesta). 

Il consigliere compiacente (a cui sono contestati gli stessi reati) è Federico Costa, con delega al Turismo. Tra gli iscritti nel registro degli indagati c’è anche la socia di Ferrua nella Rosfert, Maria Ursillo (che è pure l’ex compagna di Costa). Infine, sotto accusa per il solo reato di turbativa ci sono due funzionari della Regione: Beppe Carlevaris e Alessandro Zanon, rispettivamente presidente e direttore di Visit Piemonte (difesi dall’avvocato Luca Calabrò), la società in house della Regione che si occupa della promozione turistica del territorio.




















































È questo l’incipit di una storia giudiziaria che racconta un giro di favori e prebende che scandaglia il mondo dell’enogastronomia. Sotto la lente della Procura sono finiti alcuni progetti piemontesi che coniugano cibo e territorio: «Fricassé ‘d Baudissé an girula», «Il gusto delle Alpi», «We are Piemonte-Usa» e «Oro Monferrato». Eventi che, secondo l’accusa, i vertici di Visit Piemonte avrebbero affidato alla Rosfert «senza gara e con interlocuzioni sulle clausole del bando».

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Enrica Gabetta e dalla sostituta Elisa Buffa, è partita da «Fricassé ‘d Baudissé an girula» (tradotto: fritto di Baldissero in giro), un progetto del Comune del Torinese per il rilancio di un piatto iconico della tradizione piemontese, sua maestà il fritto misto. Stando ai primi accertamenti (che hanno fatto scattare le perquisizioni), il giornalista avrebbe aiutato la città di Baldissero a ottenere da Visit Piemonte un contributo di 50 mila euro. Poi Palazzo civico avrebbe investito, prendendoli dal proprio bilancio, altri 19 mila euro. 

Costa, è il sospetto, avrebbe quindi affidato l’organizzazione del progetto all’associazione locale Pinin Pacot, che a sua volta avrebbe ingaggiato la Rosfert. Quest’ultima avrebbe quindi incassato 48 mila euro rendicontando «costi non sostenuti». Ad agevolare il giro di soldi verso la società di Ferrua e Ursillo sarebbe stato Costa «per compensare — si legge negli atti dell’indagine — favori come il patrocinio dell’Ascom, della Camera di Commercio e articoli dei migliori giornalisti d’Italia».

A portare alla luce questi presunti accordi sottobanco è stata la consigliera d’opposizione di Baldissero Paola Chiesa, che ha effettuato un accesso agli atti per capire come fossero stati spesi i 69 mila euro di «Fricassé ‘d Baudissé an girula» (svoltosi tra ottobre e dicembre 2023), per poi depositare un esposto in Procura. Nel documento finito sulla scrivania dei pm si evidenziavano diverse anomalie nelle spese e nelle rendicontazioni: 5 mila euro per la partecipazione a un’iniziativa al Teatro del Gusto di Bologna e altrettanti per un secondo appuntamento al Circolo della Stampa a Torino, 4 mila per una campagna social, 7 mila e 500 per un video, 10 mila per la rassegna stampa, 3 mila e 500 per due cene in altrettanti ristoranti della zona. «Ciò che non quadrava — spiega ancora Chiesa — era la sproporzione tra i costi e il risultato: in paese non è mai stata affissa una locandina e sui social sono stati fatti un paio di post, chi ha partecipato alla cena ha pagato il conto a prezzo pieno». 

Dal fritto misto l’inchiesta si è allargata ad altri eventi enogastronomici piemontesi, facendo emergere quello che gli inquirenti sospettano essere un sistema collaudato di scambi di favori e interessi.

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10 maggio 2024 ( modifica il 10 maggio 2024 | 20:48)



 

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